Ad aprire nel 1919 il punto vendita fu Andrea Ginocchio, che, appena congedato dall’esercito dopo aver combattuto nella Grande Guerra, rilevò in via Perosi a Tortona
uno studio dove avviò la sua attività di fotografo, arte appresa durante il conflitto.
Dopo alcuni anni, su consiglio di un primario oculista dell’ospedale
di Tortona che gli insegnò a fare le refrazioni apprezzandone la bravura e precisione, Ginocchio si avvicinò all’ottica e ottenne l’abilitazione “sul campo”.
Il negozio nel 1936 si trasferì nella attuale sede di via Emilia sotto i Portici Vecchi. Fu poi il nipote, Gianni Rehak, considerato a pieno titolo
uno dei padri dell’optometria italiana e tra i fondatori della Società d’Optometria d’Europa nel 1968, a trasformarlo in via definitiva focalizzandolo solo sull’ottica, professione cui ha dedicato con passione tutta la sua vita,
allorché subentrò alla guida negli anni Settanta.
Oggi il centro ottico conta una superficie di circa 120 metri quadrati tra area vendita, ufficio, laboratorio
di montaggio, sala refrazione e sala contattologia ed è disposto su due livelli. Al suo interno, così come sulla porta, non ci sono marchi e materiali aziendali: sulle pareti campeggiano stampe, che riproducono momenti che hanno a che fare
con l’attività dell’ottico, un ritratto del fondatore e due cartelloni della seconda metà degli anni 30, che aveva ideato proprio Andrea Ginocchio per fare pubblicità e si trovavano nel cinema di Tortona, dedicati alle
lenti bifocali, proposte a prezzi “fissi e mitissimi”, mentre al piano di sopra si possono ammirare diversi strumenti d’epoca utilizzati nel corso dei decenni.
«Ho affiancato papà nell’attività agli inizi degli anni Novanta, lavorando mentre facevo gli studi di ottica per conseguire il diploma all’Istituto Meucci di Genova - racconta a b2eyes TODAY Roberto Rehak,
quarta generazione della famiglia di ottici piemontese - L’avvicinamento alla professione è avvenuto in maniera spontanea: la domenica mio padre girava l’Italia prendendo parte ai congressi e insegnando a fare la refrazione e noi della famiglia
eravamo con lui, posso dire di essere cresciuto così, con le lenti in mano e tra i controlli visivi.
Tra l’altro quando ero ragazzino passavo buona parte dell’estate
in negozio, osservandolo occuparsi dei controlli e di riabilitazione visiva, e trascorrendo il mio tempo in laboratorio con uno dei suoi dipendenti, Bartolomeo Ferrari, con cui parlavo di moto e che mi insegnava a colorare lenti e a fare le dime». Al
timone dell’attività oggi c’è Roberto, ma Gianni continua a essere una figura fondamentale: a volte dà una mano con la contabilità e sempre si interessa dell’azienda, che a buon titolo continua a considerare sua.
«Papà è stato un innovatore sotto molti aspetti - ricorda - Ad esempio già negli anni Ottanta aveva dotato ogni postazione in negozio di computer e aveva ideato un software gestionale per l’ottica che gli serviva per fare
mailing diretto ai clienti e gestire in maniera personalizzata un’anagrafica che oggi conta circa ventimila nomi e che io ancora utilizzo».
Dal padre ha ereditato
non solo la passione per l’innovazione e la professione, ma anche una precisa concezione della politica da perseguire in negozio.
«Entrambi abbiamo sempre cercato
di tenere la parte professionale più “alta” possibile, puntando sulla formazione costante e facendo scelte in ogni ambito, dall’occhiale alle lenti oftalmiche sino alla contattologia, in base alla qualità, alla performance e
all’esclusività, a discapito di griffe, marche e aziende che non abbiano la stessa nostra impronta - spiega Roberto - Sulla porta del negozio c’è solo il nostro nome: la scelta la facciamo noi per il cliente, ci facciamo carico delle
sue problematiche visive e ci mettiamo a disposizione per poterle risolvere, con il fine ultimo di dargli un servizio.
In questa vocazione alla qualità, abbiamo
deciso di orientarci su una proposta di nicchia, selezionando prodotti ben fatti e non inflazionati, anche per quanto riguarda la parte oftalmica».
In occasione del
centenario, Ottica Ginocchio ha deciso di regalare ai propri clienti per il loro compleanno una montatura a scelta tra quelle disponibili in negozio. «Per questa iniziativa abbiamo predisposto un packaging dedicato e consegniamo l’occhiale in una
scatola con impresso il nostro logo e la scritta “Dal 1919 la certezza di vederci chiaro”», conclude Rehak.
Francesca Tirozzi-B2eyes