Vision Ottica AWARD
Ottobre 2015
Milano "Bicocca"
Facoltà di Ottica & Optometria.
Voglio innanzitutto ringraziare l’organizzazione di questo Award per avermi dato, per la seconda volta, l’opportunità
di scrivere due parole su uno dei personaggi che hanno reso possibile l’Optometria in Italia e quindi anche la vostra stessa presenza in questa facoltà.
Poiché credo che conoscere le proprie origini e la propria storia sia indispensabile per affrontare il proprio futuro (il futuro, si dice, è di chi ha un grande passato) ne approfitto
per parlarvi brevemente non solo del personaggio, anche se quello a cui è stato dedicato questo Award, Jean Thiriart, ha fatto per la professione più di chiunque altro in Europa, ma anche per cercare di passarvi dei piccoli scampoli
di storia della ns. e vs. professione.
Tutto comincia il 1° Luglio del 1967 quando a Roma viene
firmato il trattato che, unificando le tre Comunità Europee CEE, EURATOM e CECA diede vita a un unica COMMISSIONE e ad un unico CONSIGLIO di cui, uno dei quattro pilastri, è la “libera circolazione delle persone” e pertanto l’armonizzazione
delle professioni tra cui quella dell’Ottico.
Si dell’Ottico perché, con
buona pace di figli dei ferrovieri, ai quali non ho mai nemmeno lontanamente pensato di negare ne l’insegnamento dell’Optometria ne il suo esercizio, resta il fatto storico e appurato che l’Optometria proviene dal mondo degli Ottici che allora,
come oggi, sono regolamentati da una Legge del 1928 con regolamento del 1931.
Peraltro l’unica
legge presentabile a quei tempi.
Della legge Inglese se ne sapeva poco e in ogni caso l’Inghilterra che non era rappresentata ne a Bruxelles ne a Strasburgo, non aveva
nessuna intenzione di entrare nel MEC e comunque De Gaulle non ce la voleva. (inoltre al ministero non si parlava, ne si parla Inglese).
Sulla legge Francese era ed è meglio stendere un velo pietoso (Legge Petain del Luglio del 1944 che impediva, e impedisce qualunque esame oggettivo) e quindi assolutamente priva di argomenti da discutere al Comitato
Economico e Sociale.
Il Ministero, opportunamente stimolato, pensò d'istituire una
commissione per modificare la legge vigente in vista delle omologazioni del MEC.
Nominò
a farne parte un ottico che era più interessato alla vendita degli occhiali da sole che all’esame della vista, che peraltro non sapeva fare.
Cercò quindi
di ottenere per se, e per certi suoi colleghi, una specie di monopolio sulla vendita degli occhiali da sole, in cambio della rinuncia a qualsiasi tipo di misurazione, se pur semplice, della vista.
Quindi ne sortì una proposta di legge che, fu presentata alla Camera.
Un Deputato si ricordò di un collega che conosceva un ottico Belga, certo Jean Thiriart, appunto, che si mostrò molto interessato ad impedire che questo disegno di legge
proseguisse il suo iter.
Di qui una prima riunione all’Hotel Manin di Milano e quindi
la fondazione e il primo “Congresso Informativo” della Società d’Optometria d’Europa, ad Imperia, il 21 Aprile 1968”.
Jean Thiriart, uomo, per molti versi assai discusso, s'ispirò principalmente al pensiero di due filosofi:
Max
Weber (1864-1920)
“L'oggettività conoscitiva della scienza sociale e
della politica sociale” e “Studi critici intorno alla logica delle scienze della cultura”.
Vilfredo Pareto(1848-1923)
"Trattato di Sociologia"
"La stratificazione sociale"
e “La teoria delle elites”.
Weber rappresentava, per la sociologia borghese, quello
che Marx rappresenta per il marxismo.
Il primo, vede l’uomo dal punto di vista di una razionalizzazione
universale e inevitabile .....
Il secondo, dal punto di vista negativo di un alienazione universale
ma che si può sovvertire.
Dal pensiero di questi due filosofi nacque la “ Societè
d’Optometrie d’Europe “ su cui fondò lo sviluppo della nuova professione di “Optometrista” sulla falsa riga di quella preconizzata dalle leggi Inglesi e Americane.
Per la prima volta, nelle riunioni della S.O.E , al contrario di quelle delle associazioni nazionali, non si parlava di prezzi e concorrenza ma di professione,
di aggiornamento e riconoscimento professionale, di educazione continua, in altre parole, si respirava, come avrebbe detto il Generale, più in alto.
La S.O.E. pubblicava una rivista mensile “Photons”. In ogni numero un editoriale di Jean Thiriart ci suggeriva la linea, sviluppava la strategia generale che a quell’epoca,
era soprattutto quella di trasformare in Optometristi, gli Ottici usciti dalle scuole classiche dove la fisica e il laboratorio erano enormemente preponderanti rispetto all’anatomia, alla fisiologia, alla refrazione , per non parlare dello studio della
funzione visiva.
Scriveva Jean Thiriart .....
“Protezione o elevazione della professione”
(editoriale del n° 47 di Photons del Marzo 1971)
....La professione di
Ottico è in crisi un po dovunque in Europa.
Di fronte a questa crisi, che s'iscrive nel gran quadro generale della crisi delle classi medie,
si possono praticare due politiche:
prendere una pillola, scavare la propria fossa, ed attendervi una fine certa ritardandola un po ( a ciò
porterebbe il protezionismo della professione)
RIFORMARE I RANGHI con i migliori per “andare oltre” per andare verso un altro statuto professionale
e sociale.
Lasciare lo statuto del piccolo commerciante che vende
gli occhiali per raggiungere quello della professione liberale che vende la sua competenza.
L’elevazione della professione che propone la S.O.E. implica
trasformazioni:
profonde, massicce, rapide.
Profonde, in materia di competenza (Optometria)
Massicce, perché al di sotto di una certa soglia critica, nessuna riforma delle strutture sociali può avvenire.
Rapide, se non si vuole essere superati da un oftalmologia, che potrebbe
anche uscire dal suo attuale conservatorismo e migliorarsi.
Alcuni
dicono di lasciare fare al tempo. Ma non possiamo aspettare in aeternum l’arrivo dei "Nostri".
Ne che la professione si crei miracolosamente
e produca le necessarie strutture universitarie come .... sarà indispensabile creare nel futuro.
( Questo, preconizzava Jean Thiriart nel 1971.....44
anni fà )
Gli effettivi devono essere creati IMMEDIATAMENTE.
Per effettivi intendo gli Ottici attuali da trasformare in Optometristi.
Tutti i programmi d’insegnamento post-scolastico, tutti i seminari della Società d’Optometria d’Europa mirano a questo obbiettivo.
Lo sforzo finanziario e organizzativo del “Corso di Montreal” per esempio, supera ogni immaginazione. Ed è condotto in sei lingue diverse......
Dalle parole si passò immediatamente ai fatti:
Oltre cento Corsi di Aggiornamento (C.E.C.O): Continuing Education Courses in Optometry) molti, ripetuti in varie lingue.
Centinaia e centinaia di Monografie
Corso enciclopedico di Optometria detto “ Corso di Montreal”.
La traduzione dei più importanti tomi dell’Optometria mondiale:
dall’
ANALISI VISIVA” di Leo Manas a “LE AFFEZIONI OCULARI “ di James Forrest.
Da “L’OCCHIO di Jorg Trotter alle “ ANOMALIE BINOCULARI” di
John R.Griffin.
Per non parlare degli innumerevoli incontri-conferenze e dei 26 Prestigiosi Congressi
Annuali nelle più importanti capitali Europee più alcuni “Study Trip” negli U.S.A. che ci permisero di toccare con mano quanto da noi auspicato in Europa.
Quello che con fatica state realizzando anche qui alla “Bicocca”.
L’Optometria è cosa per uomini liberi.
Per
menti libere, aperte, pronte a valutare ed eventualmente adottare l’inimmaginabile.
Dopo
centinaia di anni di favole di occhi troppo lunghi e troppo corti come avremmo potuto accettare le teorie visiogeniche sulla centralità dell’aspetto visivo che discende direttamente dal sistema viscerale, scheletrico e corticale
e che da questi sistemi dipenda rispettivamente l’elaborazione dei tre processi
Emmetropizzazione
Binocularizzazione
Identificazione
Se manterrete libera la Vs. mente e terrete ben presenti le vostre radici, riusciranno forse a frenarvi, mai a fermarvi.
Essi sono il passato. Voi il futuro.
Steve Jobs diceva: siate affamati, siate folli!
io, come Jean Thiriart, vi dico: be free, siate liberi!
Grazie.
Gianni
Rehak, Optometrista S.O.E.